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Emil Ludwig, scrittore tedesco di origine ebrea, i cui libri furono bruciati dai nazisti, autore, tra le altre, della famosa biografia di Napoleone e di una controversa vita di Cristo, in questo classico scritto pochi mesi dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, traccia tre ritratti storici, politici e umani di Hitler, Mussolini e Stalin, caratterizzati da una forte impronta psicologica e dall'analisi del rapporto tra leader e "popolo", tra dittatore e masse. La tesi è che le dittature nascono quando i leader autoritari trovano terreno fertile nei "popoli" eccitati dalla loro demagogia e dai loro slogan propagandistici. Il libro è arricchito in appendice dalla versione integrale della celebre intervista a Stalin del 1931, nella quale il tiranno accusa Trotskji, parla delle origini del bolscevismo, del suo rapporto con Lenin e di Pietro il Grande, descrive il carattere nazionale degli americani, spiega la sua concezione di socialismo e il vero comunismo scientifico di Marx, e indica quale debba essere il futuro della rivoluzione russa.